un racconto di medicina circolare
Qontesto
La Qosiddetta medicina circolare nasce da un dubbio: e se la cura fosse un’esperienza anziché una sostanza?
In quest’articolo condividiamo l’esperienza di Qarlo, Paziente in studio mediqo.
Per noi non si tratta soltanto di un caso clinico, ma di una testimonianza. Non vogliamo rappresentarla come una storia esemplare, ma come una storia possibile; un racconto di cannabis, di fumo, di dipendenza e sollievo.
Il racconto di una mutazione: da un consumo automatico a un utilizzo consapevole, da un gesto che nuoce gravemente alla salute a un atto di Qura.
La Qura di Qarlo

Qaro Qarlo,
prima di tutto ti ringraziamo per la Pazienza e la disponibilità. Abbiamo delle domande per te, perché crediamo che la tua testimonianza possa essere preziosa per altri Pazienti e Impazienti. Eccole qua:
- Chi eri e che rapporto avevi con la cannabis prima della malattia?
Prima della malattia ero semplicemente un ragazzo che faceva uso di cannabis in modo del tutto ricreativo, senza pormi troppe domande o riflessioni sulla salute. Non ero particolarmente attento al mio benessere fisico o mentale: la cannabis era solo un modo per rilassarmi, stare in compagnia, divertirmi. Non mi preoccupavo delle conseguenze o di eventuali benefici terapeutici: la usavo senza consapevolezza, come capita a molti. - Quando è arrivata la malattia e come l’hai vissuta?
La diagnosi è arrivata quando avevo 27 anni. Nonostante la gravità della notizia, posso dire di averla presa piuttosto bene, sorprendentemente, anche grazie alla presenza e al supporto costante della mia famiglia e dei miei amici. Ho avuto la fortuna di non sentirmi mai solo in quel momento difficile: mi hanno aiutato ad affrontare la paura e a rimanere positivo. È stato un periodo complesso, certo, ma sentirmi circondato da affetto e comprensione ha reso tutto più sopportabile. - Come hai capito che la cannabis poteva esserti di supporto?
Avendo già familiarità con la cannabis a livello ricreativo, ero consapevole almeno in parte dei suoi effetti. Poi, leggendo articoli e testimonianze sui suoi possibili benefici, ho iniziato a pensare che potesse aiutarmi anche in quel contesto. Ammetto che all’inizio ho avuto molta paura, soprattutto perché il mio endocrinologo era stato chiarissimo nel sconsigliarmela in modo assoluto. Nonostante questo, ho deciso di provare comunque, con molta cautela. Dopo aver sperimentato in prima persona il sollievo che mi dava, soprattutto sui sintomi più pesanti, ho iniziato a regolarmi da solo con i dosaggi, imparando ad ascoltare il mio corpo. - Sei riuscito ad accedere alla cannabis medica durante la chemioterapia?
Purtroppo no. Le indicazioni del mio endocrinologo e del mio medico di medicina generale erano chiare e molto rigide: mi sconsigliavano caldamente qualsiasi utilizzo. Non ho avuto quindi accesso a un percorso di cannabis medica strutturato e supervisionato, e questo mi ha costretto a muovermi in autonomia, con tutti i rischi e le difficoltà del caso. - Quando hai sentito che il fumo era diventato un problema?
È successo qualche anno dopo. Ho cominciato a rendermi conto che le dipendenze non facevano per me, soprattutto quelle che hanno un impatto diretto e grave sulla salute. Ho capito che non volevo più sentirmi legato a una sostanza, né rischiare di danneggiarmi ulteriormente dopo aver già affrontato una malattia importante. È stato un momento di consapevolezza in cui ho deciso di mettere la mia salute al primo posto. - Cosa hai trovato quando hai contattato studio mediqo?
Per me studio mediqo è stato una scoperta straordinaria. È il tipo di medicina e di approccio che tutti dovrebbero avere a disposizione: un luogo dove si cura la salute prima che si manifestino le malattie. Marco, il medico con cui ho parlato, mi ha insegnato una lezione fondamentale: la cosa migliore per stare in salute è non ammalarsi. Ho trovato un approccio umano, scientifico, orientato davvero alla prevenzione e al benessere globale. - Come ti sei avvicinato al vaporizzatore medico?
La prima volta l’ho provato in prestito da un amico durante la chemioterapia: è stata un’esperienza che mi ha fatto capire subito la differenza rispetto al fumare. Più avanti, grazie ai consigli e al supporto di studio mediqo, ho deciso di acquistarlo. È stato uno strumento fondamentale anche per liberarmi dal tabacco: mi ha permesso di continuare a beneficiare della cannabis terapeutica senza dover più bruciare nulla o inalare sostanze dannose. - Com’è andata la transizione da THC a CBD? E poi?
La transizione non è stata facile, come ogni cambiamento che impone di rivedere abitudini consolidate. Sono passato prima da THC e tabacco a CBD e tabacco, poi ho eliminato completamente il THC, mantenendo solo il CBD, e infine ho detto addio anche al tabacco. Alla fine sono arrivato a un uso molto più consapevole, equilibrato e salutare. Credo che tutti i sacrifici fatti per il nostro benessere siano gli unici davvero degni di essere affrontati. - Hai notato differenze fisiche, sintomatiche, emotive?
Sì, enormi. Durante la chemioterapia, la cannabis è stata una risorsa preziosa: mi ha aiutato a mantenere il buonumore, a non perdere del tutto l’appetito, e mi ha permesso di affrontare la malattia con una serenità che altrimenti non avrei avuto. Non è stato un beneficio solo per me: ho consigliato la cannabis anche ad altri pazienti che ho conosciuto in quel periodo (pur non essendo un medico), e sono sicuro di aver contribuito a migliorare la qualità di vita di tante persone.
Allontanarmi dal THC è stata una sorta di terza rinascita: grazie al CBD sono riuscito anche a eliminare la nicotina. Ho visto miglioramenti sportivi che non immaginavo fossero alla mia portata, e soprattutto ho raggiunto un nuovo equilibrio emotivo, imparando a gestire meglio le mie reazioni e i fattori esterni che mi influenzano. - Un consiglio finale?
Il mio consiglio è di trattare ogni sostanza per quello che è: uno strumento. Va usata per i suoi benefici, ma non bisogna mai permetterle di diventare una parte irrinunciabile di noi stessi. Non va idealizzata, né considerata indispensabile. Il mio augurio è che tutti riescano a liberarsi da ogni forma di schiavitù, qualunque essa sia. Perché solo così possiamo davvero prenderci cura di noi stessi e vivere in modo pieno e consapevole.
Qogito
Il racconto di Qarlo è un esempio concreto di come funziona la Qura quando il Paziente ne è l’autore. Il percorso terapeutico non è più fatto di prescrizioni e interventi, ma di adattamenti. Si trasforma in un dialogo continuo, necessario tanto per il medico quanto per il Paziente. Non tra chi sa e chi subisce, ma tra chi prova a capire, insieme.
Nel caso oncologico, la cannabis può diventare uno strumento prezioso per affrontare quei sintomi che resistono alle terapie standard: nausea, vomito, ansia, dolore, astenia. Eppure, accedere a questo tipo di trattamento resta complicato. Il sistema sanitario è frammentato, le informazioni spesso incomplete, e il costo – che dovrebbe essere coperto dal pubblico – finisce il più delle volte sulle spalle del Paziente.
L’esperienza di Qarlo ci ricorda che quando il Qontesto cambia, cambia anche il significato del gesto terapeutico.
Ed è proprio questo che ci preoccupa del nuovo Decreto Sicurezza, convertito in legge il 9 giugno 2025: invece di facilitare l’accesso a strumenti più sicuri, ha vietato la vendita di fiori della Qosiddetta cannabis light – quella a bassissimo contenuto di THC – rendendo illegale ciò che per molti è stato un ponte verso l’abbandono del tabacco, o un modo per restare nella legalità. Il CBD, che per Qarlo è stato una chiave di passaggio, oggi è bandito. Mentre le sigarette restano ovunque, legalissime.
Viviamo in un tempo in cui la tecnologia fa paura, anche quando potrebbe aiutare. In cui la pianta di canapa viene demonizzata più del fumo. In cui la cura fa fatica a trovare posto, a meno che non si travesta da business.
Ma la medicina circolare continua a circolare.
È fatta di storie come quella di Qarlo. È fatta di mutazioni, di strumenti usati con consapevolezza, di scelte condivise. Di piccoli atti di ribellione. Una Qospirazione, in cui la guarigione non è solo assenza di malattia, ma possibilità di trasformazione.
Qarlo ha deciso di raccontare il suo percorso anche in una video-testimonianza realizzata in studio mediqo. Qui lo vediamo mentre si prende cura del MIGHTY+ MEDIC, riflette sul suo utilizzo della cannabis e ci mostra che cosa significa smettere di tossire.
Il video che abbiamo girato insieme non è una pubblicità. Nessuno ci ha pagato per farlo, ma molti Pazienti ci hanno chiesto di poter vedere, capire, imparare.
Anche questo, per noi, è medicina.
Guarda il video completo
Qommercio
Dopo aver raccontato la mutazione di Qarlo, vogliamo provare a replicarla.
Come già sottolineato, uno degli ostacoli più frequenti all’uso medico della cannabis è l’accessibilità.
Spesso è più facile continuare a fumare quello che si trova, piuttosto che intraprendere un percorso terapeutico consapevole, riproducibile e tecnologicamente avanzato.
Il MIGHTY+ MEDIC, prodotto da Storz & Bickel, è attualmente l’unico dispositivo medico portatile con marchio CE per l’inalazione di infiorescenze di cannabis.
Possiede un sistema di riscaldamento ibrido (Qonvezione + Qonduzione) e consente un controllo preciso della temperatura. È dotato di capsule dosatrici per un uso sicuro, igienico e standardizzato.
Essendo un dispositivo medico certificato, può essere portato in detrazione come spesa sanitaria. In alcune regioni italiane e in diversi sistemi assicurativi privati, il costo è già parzialmente o totalmente rimborsato, soprattutto nei percorsi oncologici.
Per questo lo abbiamo reso disponibile anche nello shop riservato di studio mediqo.
Se sei già iscritto a studio mediqo, compila questo modulo per ricevere un preventivo personalizzato.
Al momento siamo riusciti a ottenere uno sconto del 10% riservato ai nostri Pazienti. È poco, ma è un inizio.
Qollego
- Meta-analysis of medical cannabis outcomes and associations with cancer
- Guida alla vaporizzazione su Cannabiscienza
- Sito ufficiale VAPORMED
- Istruzioni MIGHTY+ MEDIC in italiano
- Canale YouTube Storz & Bickel
- QURAMI
- Qramai
Marco Gaudiosi – Izar Etchevers
Qofondatori di studio mediqo